LA BATTAGLIA DELLA GIOSTRA E L’ ASSEDIO ALLA ROCCA DI BARDI. 29 NOVEMBRE 1321 – 1^ PARTE
BARDI 29 NOVEMBRE 1321
LA BATTAGLIA DELLA GIOSTRA E L’ASSEDIO ALLA ROCCA DI BARDI
Anno 1321, già da oltre 60 anni le alte Valli del Ceno e del Taro erano sottomesse alla nobile famiglia piacentina dei Landi che, con il Conte Ubertino I prese possesso del territorio nel 1257.
Tale dominazione, almeno durante i primi secoli, non fu certo pacifica; potenti famiglie (Lusardi, Granelli), che vivevano nel territorio dello “Stato Landi”, fiere della loro indipendenza, mal sopportavano il giogo dei Signori di Bardi. Altre famiglie rivali premevano ai confini: i Fieschi dalla Liguria, ma sopratutto, in questi anni, erano i duchi di Milano, i Visconti, che tentarono con successo di estendere il loro dominio anche sui nostri territori.
Tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV i Visconti, sconfitta la famiglia rivale dei Della Torre, gettarono le basi di un potente Stato territoriale. La loro Signoria si estese, oltre che ai territori lombardi, anche ad alcune città piemontesi, emiliane e giunse a minacciare la stessa Genova.
Dopo la conquista di Piacenza (1312), con l’aiuto di Alberto Scotti, Galeazzo I (1277-1329) figlio di Matteo I, potente capo ghibellino, cercò di estendere i suoi domini anche in queste zone così importanti strategicamente. Il conte Manfredo Landi nulla poté opporre se non fare provvisoriamente buon viso a cattiva sorte aspettando e sperando nell’aiuto imperiale, quando il suo castellano certo Facini Conte di Bardi, si arrese alo strapotere militare di Galeazzo Visconti e gli consegnò la fortezza; poco dopo anche la valle del Taro si arrese al Visconti.
Questa politica espansionistica, rafforzante sempre più la signoria Viscontea ed il partito ghibellino a discapito delle città confinanti, veniva mal sopportato dal partito nemico dei Guelfi che avevano in Cremona il centro più importante.
I Guelfi piacentini alleati ai Guelfi del Ceno capitanati dai Faccini, nell’autunno del 1321, attaccarono improvvisamente Bardi con 400 fanti e la cavalleria cingendo d’assedio il castello difeso da Nello da Massa Podestà per volere di Galeazzo.
I Piacentini erano comandati da: Francesco Scotti, Leonardo Arcelli, Bardello Fulgosi e Rinaldo da Cordova Vicario di Re Roberto.
Quando a Milano giunse la notizia dell’assalto al Visconti, egli non si portò a Bardi ma, a tappe forzate, giunse sotto le mura della città nemica di Cremona cuore del potere guelfo, comandata da Giacomo Cavalcabò Podestà e Capitano del popolo.
L’assedio posto da Galeazzo veniva sempre più intensificato e la città doveva porre tutte le sue energie per resistere ai continui assalti che partivano dai vicini borghi occupati dai nemici.
Giacomo Cavalcabò per poter meglio organizzare le forze guelfe alla difesa della città, uscì da Cremona e, nel mese di ottobre, riuscì a riunire gli aiuti che aveva in precedenza chiesto alle città della lega guelfa.
Firenze, Siena e Bologna avevano risposto all’appello, inviando complessivamente 350 uomini il cui comando fu preso dal Cavalcabò. Con queste forze egli si diresse per Parma a Pieve Ottoville onde attraversare il Po e raggiungere Cremona……………………
FINE PRIMA PARTE BY GIUSEPPE BEPPE CONTI